Ecografia parete addominale (muscoli retti dell’addome) per diagnosticare le ernie addominali e la diastasi.
L’ecografia della parete addominale è un esame di semplice esecuzione (che viene effettuata tramite ultrasuoni) che permette di indagare la presenza o meno di una diastasi dei muscoli retti addominali o la presenza di un ernia addominale o ombelicale.
I muscoli retti addominali sono due lunghi muscoli della parete dell’addome tesi tra lo sterno e le coste, superiormente, ed il pube, inferiormente.
Cos’è la diastasi addominale
“Per diastasi addominale si intende l’allargamento e eccessiva separazione della muscolatura retto-addominale centrale, in senso longitudinale. Non si tratta di un ernia vera e propria ma di un distanziamento dei muscoli che tengono compatto l’addome.
Per ernia della parete addominale si intende, invece, la fuoriuscita di un viscere o di una sua porzione attraverso un’area di debolezza della parete addominale o attraverso un orifizio o un canale naturale.
I muscoli anteriori dell’addome sono formati da un muscolo retto addominale destro e un muscolo retto addominale sinistro, uniti da una sottile banda di tessuto connettivo, la linea alba, che corre da sotto lo sterno fino alle ossa del bacino congiungendo i due muscoli retto-addominali e permettendo la continenza dei visceri interni.
Questa fascia è molto resistente, ma poco elastica, per questo quando, per qualche ragione, si sfibra o assottiglia, difficilmente torna alle sue condizioni iniziali in modo spontaneo. Ecco allora che si parla di diastasi addominale, problema che può avere diversi gradi a seconda dell’allontanamento, maggiore o minore, dei due muscoli retto-addominali”.
- diastasi di grado lieve, inferiore a 3 centimetri;
- diastasi di grado moderato, tra i 3 e i 5 centimetri;
- diastasi di grado severo, maggiore a 5 centimetri.
I fattori di rischio comuni tra gli uomini e le donne sono:
- Obesità
- Sforzi dovuti ad eccessiva attività fisica
- Tosse cronica
- Patologie che comportano conati di vomito
- Deficit del tessuto connettivo
I fattori di rischio più frequenti nelle donne in gravidanza sono:
- Familiarità
- Età della mamma superiore ai 35 anni
- Bacino stretto
- Abbondante liquido amniotico
- Peso fetale elevato
- Gravidanza gemellare
- Taglio cesareo (lieve incidenza più alta rispetto al parto vaginale)
- Sforzi eccessivi effettuati nell’ultimo trimestre di gravidanza
Le conseguenze della diastasi
Contrariamente a quanto spesso si pensa, le conseguenze della diastasi addominale non sono solo estetiche, ma soprattutto funzionali. “Le conseguenze più visibili della diastasi addominale sono senza dubbio:
Contrariamente a quanto spesso si pensa, le conseguenze della diastasi addominale non sono solo estetiche, ma soprattutto funzionali. “Le conseguenze più visibili della diastasi addominale sono senza dubbio:
- la comparsa di una rientranza longitudinale lungo l’addome;
- l’impossibilità di avere un ventre piatto;
- la perdita del punto vita.
Ma sono le conseguenze meno visibili dall’esterno quelle da non sottovalutare. Se la fascia addominale formata dai muscoli, infatti, perde la sua funzione di contenimento e mantenimento in sede dei visceri addominali, i visceri possono protrudere (ovvero fuoriuscire dalla loro sede naturale) dando origine a ernie addominali di vario grado e entità”.
In una buona percentuale dei casi, la diastasi infatti è associata a un’ernia ombelicale o a un’ernia epigastrica (localizzata nella parte superiore dell’addome), che possono, in alcuni casi, portare a complicanze anche gravi.
I sintomi
- gonfiore, soprattutto post prandiale
- dolore addominale
- dolore lombare
- difficoltà digestive
- dolori alla schiena, anche al bacino
- incontinenza urinaria
- prolassi
- sensazione di pesantezza
- dolore lombare
- dolore dorsale
La Diagnosi
Per diagnosticare la distasi addominali è necessaria una visita specialistica, che deve essere accompagnata da un’ecografia della parete addominale che fondamentalmente serve a valutare con precisione la reale distanza tra i muscoli, uno dei parametri sulla base dei quali viene poi stabilito il corretto approccio terapeutico.
Come curarla
Una delle soluzioni della diastasi addominale è l’intervento chirurgico e richiede competenze chirurgiche specifiche.
“L’intervento chirurgico varia a seconda del grado della diastasi. In caso di diastasi lievi o moderate si interviene con un’addominoplastica e il contestuale riposizionamento dei muscoli retto-addominali. In pratica i due muscoli che si sono allontanati vengono riavvicinati e uniti con particolari suture cosiddette a ‘doppio petto’. Se la diastasi è invece di grado severo, o se i muscoli non sono sufficientemente elastici da riuscire a essere riaffiancati, diventa necessario inserire una rete biocompatibile riassorbibile che funge da raccordo, favorendo il ricongiungimento dei muscoli e ristabilendo la funzione di contenimento degli organi interni.
Un’altra soluzione, soprattutto quando la diastasi è di grado lieve o moderato è seguire un percorso di fisioterapia specifica chiamata FISIOTERAPIA o RIABILITAZIONE PER DIASTASI che consiste in:
- Esercizi posturali mirati al riequlibrio addominale
- Esercizi di rinforzo della fascia addominale mediante l’utilizzo di esercizi ipopressivi (ginnastica ipopressiva addominale: GAH)
- Rinforzo dei muscoli del pavimento pelvico; in quanto una perdita di forza della parete addominale è sempre associata ad una perdita di forza della muscolatura pelvica.